Al quarto piano di Harvard c’è un tesoro: la collezione di pigmenti di Edward Forbes.
Si tratta di U na parete intera con un arcobaleno costituito da tanti piccoli vasetti catalogati tra il 1910 e il 1944.
L’esigenza di Forbes fu quella di poter determinare l’autenticità di un’opera d’arte attraverso la comparazione dei pigmenti, per questo negli Stati Uniti si guadagnò l’appellativo di padre della conservazione dell’arte.
Forbes accumulò contenitori di blu profondi, viola intensi, gialli scintillanti, e una miriade di altri colori ricercati durante i suoi viaggi verso l’Europa e l’Estremo Oriente. In seguito il passaparola e la sua fama hanno contribuito alla crescita della collezione grazie a numerose donazioni da parte di esperti d’arte.
Ci sono ad oggi oltre 2.500 campioni di pigmenti che hanno aiutato gli esperti d’arte nella ricerca e l’autenticazione dipinti.
Una collezione che oltre a essere essa stessa un’opera d’arte è una finestra sul passato, che ha permesso di evidenziare i metodi di lavoro e i materiali preferiti dagli artisti famosi.
Oggi la collezione è usata soprattutto per analisi scientifiche, Narayan Khandekar che è il direttore del Centro Straus per la conservazione e studi tecnici, per lo studio dell’arte moderna del museo d’arte di Harvard, ne è il custode. Negli ultimi 10 anni, Khandekar ha ricostruito la collezione includendo pigmenti moderni per analizzare al meglio la pittura del 20° secolo e l’arte contemporanea.
Ci sono pigmenti perlopiù in disuso che vantano estrazioni molto particolari, eccone alcuni.
Un blu prezioso nel cuore della roccia
Era necessaria una grande abilità per estrarre, dalla pietra lavorata nelle cave in Afghanistan, le ricche gemme blu di lapislazzuli che poi venivano macinate in particelle finissime. Il colore è stato molto utilizzato nei dipinti medievali ed era più pregiato dell’oro.
Dal fondo dell’oceano
L’ingrediente chiave per un altro costoso pigmento si nascondeva nelle acque oceaniche. Da una secrezione di una ghiandola di un mollusco (Bolinus Brandaris o Murice comune) si ricava la porpora reale, una tonalità blu-rossa intensa. Il suo costo elevato faceva sì che possederlo fosse uno status symbol: durante l’impero bizantino era vietato a chiunque al di fuori della corte imperiale di utilizzare il colore viola.
Scaglie brillanti di preziosi metalli
Ci sono dei piccoli vasetti di pigmenti metallici luccicanti, impiegati soprattutto nelle finiture automobilistiche, il cui utilizzo si diffuse nella pop art del 20° secolo con Richard Hamilton, pittore e collagista inglese che mischiando le scaglie di metallo con un media, le spruzzava sulle sue opere per dare alla sua arte un bagliore lucente.
Rosso cremisi
Un pigmento antico come il mondo è il Kermes (da cui cremisi) ottenuto dalla macinazione di corpi essiccati delle femmine di alcune specie di cocciniglia, Coccus ilicis, che vivevano sulla pianta della quercia spinosa.
Colori belli ma mortali
Alcuni pigmenti devono essere maneggiati con cura, tra cui l’orpimento giallo e il realgar rosso-arancio, che sono derivati da arsenico e da minerali di solfuro.
Allo stesso modo, l’acetoarsenito di rame, una polvere cristallina di una brillante tonalità di verde smeraldo, possono essere pericolose per la salute di un artista. Questo pigmento si trova nell’ “Autoritratto dedicato a Paul Gauguin” di Vincent van Gogh. Un pigmento poco costoso che si diffuse tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, ma altamente tossico e le sue esalazioni potevano rivelarsi mortali. Successivamente, infatti, il composto inorganico è stato utilizzato in repellente per insetti!
Marrone mummia
Dalle bende delle mummie provenienti dall’Egitto veniva estratta una resina marrone e trasformata in un pigmento a dir poco bizzarro ma era molto popolare in 18° e 19° secolo.
Legno del Brasile
Dal legno ricavato dai tronchi di alcune leguminose dell’America Meridionale, delle Antille e dell’Asia orientale veniva estratto un colorante, di un profondo rosso di colore brunastro.
Quercitrone
Si chiama flavina un prodotto che viene estratto dal nero o scuro marrone della corteccia di Quercitrone (Quercus tinctoria), si tratta di un colorante vegetale di colore giallo.
Annatto
Un piccolo albero, Bixa Orellana, originaria del Centro e Sud America produce l’annatto, un colorante arancione naturale. I semi della pianta sono contenuti in un baccello circondato da una polpa di colore rosso vivo. Attualmente l’annatto è usato per colorare burro, formaggio, e cosmetici.
Sangue di Drago
E’ una resina di colore rosso, che si ottiene da numerose e differenti specie di piante: Croton, Dracaena, Daemonorops, Calamus e Pterocarpus. Questa resina rossa era usata nei tempi antichi per laccare il legno, in medicina, come incenso e come tinta. Ormai è in disuso.
Giallo di cadmio
E’ stato introdotto a metà del 19° secolo, si tratta di un giallo brillante usatissimo dagli impressionisti. Nei primi anni del 20 ° secolo, è stato introdotto anche il rosso cadmio. Il cadmio è però un metallo pesante molto tossico