L’altro illustratore della moda, oltre a Renè Gruau, che ha impressionato fortemente la mia vita di stilista è Antonio Lopez.
Il grande talento che ha accomunato questi due grandi artisti li ha portati a essere testimoni di un preciso periodo storico legato alla moda ed è ora, per me, un grande privilegio poterli ricordare con queste piccole note sulla loro vita, frutto di una mia appassionata ricerca.
Oggi vi parlo del mio idolo: Antonio Lopez nato nel 1943 a Porto Rico.
All’età di 7 anni, la sua famiglia si trasferisce nel quartiere spagnolo di NY City, dove la madre svolge la sua attività di sarta, ed è proprio tra il metro a nastro, i ditali e le stoffe di mille colori e constistenza si evidenzia il grande il talento artistico del futuro illustratore della moda.
È così, che a soli 12 anni, vince una borsa di studio che gli offre la possibilità di frequentare prima la Traphagen School of Fashion, poi la High School of Design.
Nel 1960 frequenta un corso al Fashion Institute Tecnology, dove incontra Juan Ramons, che diventerà suo partner e collaboratore per tutta la vita.
Antonio è estremamente precoce, ancora studente infatti, partecipa ad un programma di studio-lavoro presso Woman Wear Dailty, dove gli viene immediatamente riconosciuto un grande talento, ecco che la casa di moda li Lili Dacè non se lo lascia sfuggire offrendogli un lavoro, opportunità che lui accetta dovendo però abbandonare la scuola.
La sua carriera è veloce e fortunata, nel 1963 entra al New York Times, dove lavorando a stretto contatto con le fashion editor matura una fruttuosa esperienza che lo porta ad esplorare l’influenza di forme artistiche op e pop sullo stilismo di moda. Mentre collabora come free lance per Harper’s Bazaar, Vogue ed Elle Francia, illustra intere collezioni per Charls James.
Nel 1969 si trasferisce a Parigi dove rimane per sette anni, importando le atmosfere della Pop art, e dove la sua fama troverà respiro internazionale. Nell’appartamento a lui affittato da Karl Lagerfeld gli faranno da modelle giovani e bellissime donne, di qui sarà il pigmalione: Jerry Hall, Donna Jordan, Grace Jones, Jessica Lange, Paloma Picasso, Maria Snyder, Tina Show e Pat Cliveland. Questo stuolo di donne magnifiche diventano le sue muse e si guadagnano l’appellativo di Antonio’s Girls. Illustra, nello stesso periodo, diverse copertine tra cui Interwiew di Andy Warold.
Antonio e Juan nel 1975 tornano a New York dove aprono uno studio a Brodway e tre anni dopo si trasferiscono all’Union Time Square, nel loro lavoro appaiono evidenti gli influssi del clima della grande mela di quegli anni legati agli eventi del mitico studio 54.
Il genio di Antonio Lopez è in continuo fermento e la sua creatività trova libero sfogo in vari ambiti dal design di gioielli, fino all’allestimento di vetrine concettuali.
Dalla conoscenza e quindi dalla collaborazione con l’eccentrica giornalista Anna Piaggi, nel 1981 nasce la rivista Vanity edizioni Conde Nàst, un vero oggetto di culto per il settore, esperimento visionario della cominicazione visiva, della grafica e dell’arte. Su quelle pagine patinate sono apparse e susseguite tutte le nuove tendenze, tra quei fogli Lopez ha immortalato i suoi boys e le sue girls utilizzando tecniche sempre diverse: acquerello, matita, carboncino notevole poi il suo utilizzo della fotografia soprattutto la polaroid.
Indimenticabile i disegni che ha realizzato per Missoni in una campagna pubblicitaria degli anni ‘80 firmata “Antonio”.
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