Sabato scorso è iniziato il laboratorio di Arte come Libera Espressione del Sè che tengo con la Dott.ssa Susanna Donati.
Come quando per imparare a scrivere, abbiamo iniziato dall’alfabeto, così il laboratorio è iniziato con gli stimoli sensoriali. Abbiamo parlato dell’olfatto, dell’udito e del tatto, lo abbiamo fatto sia da un punto di vista neuroscientifico, sia artistico. Le sensazioni che arrivano dall’esterno giungono al nostro corpo e generano in noi delle reazioni positive o negative, ruvide o lisce, puzzolenti o profumate, più o meno evocative, piacevoli, o fastidiose, paurose o rassicuranti, fredde o calde, colorate, buie o luminose. Tutto questo può essere tradotto in segni, forme e colori. Dal confronto tra i partecipanti al laboratorio abbiamo cercato di capire cosa c’è di convenzionale o cosa di assolutamente personale, cosa è condivisibile, e cosa è estremamente soggettivo in relazione a uno stesso stimolo sensoriale.
Abbiamo osservato degli esempi di artisti che facendo leva sui sensi generano reazioni più o meno precise, nei loro fruitori.
Per l’OLFATTO abbiamo parlato del brasiliano Ernesto Neto (Rio De Janeiro, 1964) che realizza potenti installazioni nelle quali entrare e annusare, sembrano delle grandi meduse che al posto dei tentacoli molto spesso hanno sacchi di odore, profumo, puzza. L’arte di Neto parla di rispetto e ammirazione per i misteri dell’esistenza umana. Ricerca attraverso forme biomorfe forme espressive basate sulla partecipazione,sull’armonia tra corpo e natura.
Per l’UDITO abbiamo parlato di Bill Viola, New York 1951. Abbiamo guardato un video amatoriale di una bellissima installazione He weeps for You che vidi qualche anno fa all’Hamburger Banhof di Berlino, un bellissimo museo di arte contemporanea realizzato in una ex Stazione dei treni. In un angolo della stanza, vengono riprese da una telecamera delle gocce d’acqua che escono o a ritmo continuo e cadenzato da un piccolo tubo. Cadendo fanno vibrare un piccolo tamburo amplificato. Nell’altro lato dell’ambiente buio le gocce vengono proiettate ingigantite.
Per il TATTO abbiamo parlato del Manifesto del Tattilismo del 1921 di Filippo Tommaso Marinetti, dove vengono categorizzati i diversi tipi di tatto: carta vetrata, seta, spugna, pelo, ecc.
In ogni caso qual’è la forma d’arte che più va a stimolare il tatto se non la scultura? Anche solo come suggestione tattile, cioè il materiale col quale una scultura viene realizzata anche se non viene toccato genera in noi un’idea di sensazione che fa leva sulla nostra esperienza. Quante volte abbiamo toccato una superficie fredda di marmo? Guardando una stata di Antonio Canova immaginiamo lo spostamento percettivo-tattile tra il freddo del materiale e quello che ci aspetteremo come il caldo delle carni?
Oppure pensiamo due scultori tra loro contemporanei che utilizzano superfici così diverse: Constantin Brancusi (1876-1957) Romania con materiali lisci e lucidi; Alberto Giacometti (1901-1966) svizzero dove la materia si sgretola, pieni e vuoti dove ci si può immaginare le dita inciampare. Un’altro grande artista di cui vidi la personale alla Neue Nationalgalerie, meravigliosa edificio progetto da Ludwig Mies van der Rohe, è Jannis Kunelis, nato in Grecia nel 1936. All’interno delle sue opere, dai contenuti fortemente sociali, utilizza diversi materiali ferro, legno, tessuti che a me suggeriscono ogni volta una diversa sensazione tattile.
Il percorso verso la Libera Espressione del Sè è appena iniziato, ma le basi sono sicuramente buone.